superbia
lussuria
ira
invidia
gola
avarizia
accidia
autoritratto con giallo ( l' incontro ? )
Un giorno ho incontrato una sedia
le volevo dare una nuova identità e
il caso mi portò il giallo in barattolo.
Lavorai senza sosta.
Quando finì il lavoro ero contento
ma sentivo inquetudine dovunque
e qualcosa aveva preso la mia mente.
Ero il giallo.
le volevo dare una nuova identità e
il caso mi portò il giallo in barattolo.
Lavorai senza sosta.
Quando finì il lavoro ero contento
ma sentivo inquetudine dovunque
e qualcosa aveva preso la mia mente.
Ero il giallo.
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autoritratto con giallo ( la fuga ? )
Il colore si insinuò lentamente nei miei giorni
negli oggetti fin dentro la sostanza e se era
passione col tempo divenne abitudine.
Desideravo giallo.
Poi sognai la sedia dovevo distruggerla
utilizzando il fuoco e indicò il mio fornelletto
da campo non fece altro che scioglire il giallo.
Ero tutti i colori.
In realtà la sedia non l'ho ancora bruciata.
negli oggetti fin dentro la sostanza e se era
passione col tempo divenne abitudine.
Desideravo giallo.
Poi sognai la sedia dovevo distruggerla
utilizzando il fuoco e indicò il mio fornelletto
da campo non fece altro che scioglire il giallo.
Ero tutti i colori.
In realtà la sedia non l'ho ancora bruciata.
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autoritratto
Stanno lì da anni. Lavorano ininterrottamente. Sono mie e solo mie. Hanno carattere.
Parlano e si muovono. Mani e non solo. Colte in un istante. Veloci catturano lo spazio.
Le polaroid creano ricordi. Ho cucito le mani alle polaroid. Le mie mani ora sono un ricordo.
Anche loro raccontano. Vaghe emozioni le percorrono. Basta così. Non devono spiegare.
Loro rimandano. Ciò rende le mie mani di tutti. Sono mani. A volte fanno male.
Ho solo la forutna di averle. Di usarle. Sono vive. Hanno storie da raccontare.
Ed io le ho solo fotografate. Sfocate. Erano veloci. Erano indaffarate. Nervose.
Periferie del mio io. Si muovono sincere.
Parlano e si muovono. Mani e non solo. Colte in un istante. Veloci catturano lo spazio.
Le polaroid creano ricordi. Ho cucito le mani alle polaroid. Le mie mani ora sono un ricordo.
Anche loro raccontano. Vaghe emozioni le percorrono. Basta così. Non devono spiegare.
Loro rimandano. Ciò rende le mie mani di tutti. Sono mani. A volte fanno male.
Ho solo la forutna di averle. Di usarle. Sono vive. Hanno storie da raccontare.
Ed io le ho solo fotografate. Sfocate. Erano veloci. Erano indaffarate. Nervose.
Periferie del mio io. Si muovono sincere.
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